Vai a…
RSS Feed

Quel buio in fondo alla grotta


Giovedì 12 aprile alle 8:40 siamo partiti con lo scuolabus alla volta di Gabrovizza, sul Carso triestino, per visitare la Grotta dell’ orso. La grotta prende il nome dal ritrovamento di “un orso speleo” alto circa 4,5 m vissuto in epoca preistorica. Era un rifugio ideale per uomini e animali primitivi. Nel neolitico la parte iniziale della grotta era stata abitata dall’uomo , ma noi con lo speleologo Andrea e le nostre insegnanti Giovanna e Alessandra abbiamo raggiunto la parte finale della grotta, quella più lontana dall’ingresso, che gli animali prediligevano. Proprio lì abbiamo fatto l’esperienza del buio, del silenzio e…. della paura. Siamo rimasti a torce spente in silenzio ad ascoltare i rumori della grotta. Quel buio così totale e nero ci metteva un po’ di paura, dopo un poco però il nostro occhio si stava abituando. Tutto intorno era nero, le pareti di roccia nere sembravano di carbone ed anche il fango sotto i nostri piedi….anche i nostri compagni e le nostre maestre ci apparivano neri!