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Abbasso il bullismo


Nelle ultime settimane, dopo aver letto diversi testi di narrativa e articoli di cronaca, abbiamo discusso molto del fenomeno del bullismo.
Per noi è stato importante affrontare questo argomento perché ne avevamo sentito parlare spesso, ma non lo conoscevamo a fondo.
Ci siamo meravigliati soprattutto nell’apprendere che questo problema e’ molto diffuso anche nella scuola primaria ed interessa maschi e femmine.
Quando si parla di bullismo bisogna distinguere due figure: il bullo e il bullizzato. Il bullo non sceglie la  sua vittima a caso ma per motivi diversi;  generalmente perché la ritiene più debole o magari diversa  per qualche caratteristica fisica.  A volte scatena la sua aggressività su compagni di nazionalità straniera ma prende sempre di mira persone timide, sensibili e con pochi amici.
Anche avere ottimi risultati scolastici ed essere apprezzato dagli insegnanti può però diventare motivo di accanimento.
Gli studiosi  hanno osservato che il bullismo può essere di tre tipi: verbale, fisico e psicologico.Nel primo caso l’aggressore insulta o minaccia la vittima; nel secondo ci sono atti di violenza fisica come spintoni, calci, pugni o la distruzione di oggetti personali; nel terzo le violenze sono più subdole, si passa dalla derisione al dire malignità fino ad arrivare all’isolamento del bullizzato. L’aggressore, che si crede più  forte della vittima, si nutre della paura che suscita  negli altri, vuole affermarsi, cerca l’attenzione che forse gli manca in famiglia e non prova rimorso per le umiliazioni che provoca. La vittima spesso si sente in colpa perché  pensa, in qualche modo , di meritare certe prepotenze, ha una bassa stima di sé e spesso cova una grande rabbia per essere incapace di reagire alle offese. Entrambe queste figure perciò hanno dei problemi, seppure diversi. Accanto ai due protagonisti però ruotano anche altre figure: gli “aiutanti” che agiscono come seguaci del bullo, i “sostenitori” che lo incitano e gli “esterni” che assistono ai fatti e non reagiscono per evitare di essere coinvolti. Purtroppo gli atteggiamenti di indifferenza non servono a migliorare o risolvere il problema. Essere vittime di bullismo può provocare gravi traumi psicologici e problemi comportamentali e ognuno di noi deve fare il possibile perché ciò non avvenga modificando il proprio comportamento.  Quando assistiamo ad atti  di bullismo è importante non avere paura e parlarne con degli adulti: maestri, professori, genitori che possono intervenire  direttamente o discuterne in classe e in famiglia per trovare insieme delle soluzioni.  Secondo noi molti possono essere gli interventi da mettere in pratica, soprattutto a scuola. Ad esempio sarebbe importante fare delle riflessioni sulle conseguenze dei gesti sbagliati, mettersi nei panni delle persone che subiscono violenze e comprendere meglio ciò che provano, prestare attenzione alle difficoltà di bulli e bullizzati, imparare a risolvere i problemi in gruppo. La cosa più importante perciò è parlarne e capire che nel bullismo non ci sono vincitori e perdenti; se lo lasciamo vincere è una sconfitta per tutti!!!