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Visita alla sinagoga di Gorizia


Il 28 Aprile insieme alle maestre e ai nostri compagni di quinta, siamo andati a Gorizia per visitare la sinagoga.
Appena arrivati abbiamo incontrato la nostra guida, Lorenzo, che ci ha raccontato tante cose interessanti.
Prima di tutto ci ha parlato del “ghetto” un quartiere in cui gli Ebrei, erano obbligati a vivere “rinchiusi” dal tramonto all’ alba fin dalla fine del 1600.

Il ghetto si trovava fuori dalla città in un luogo malsano dove venivano seppelliti coloro che morivano di peste.
Il nostro esperto ci ha fatto notare che sulla trave di una casa di Via Ascoli era inciso l’anno della costruzione, il 5564, che per noi corrisponde al 1804.
Questo perchè il popolo ebreo conta gli anni a partire dal 3760 a.C. anno che per loro corrisponde alla creazione del mondo.
Negli stipiti delle loro case abbiamo potuto vedere la fessura in cui veniva introdotto il “mezuzah”, il cilindro in cui era chiusa la copia della “torah” (il rotolo) che gli Ebrei usavano toccare quando entravano od uscivano dalle abitazioni.
Poi, attraverso un pesante cancello di ferro che probabilmente un tempo era il portone del “ghetto”, siamo entrati al primo piano dell’edificio in cui si trovava la sinagoga.
In questo spazio è stato allestito un museo che contiene molti oggetti della religione ebraica : il pane azzimo, lo “shofar” il corno di montone che viene usato come strumento musicale, la menorah, il candelabro a sette bracci e alcuni rotoli della “torah” oltre a diversi pannelli che raccontano la storia del ghetto di Gorizia.
Da qui siamo poi saliti al secondo piano dove c’era la sinagoga vera e propria.
Prima di salire la grande scalinata di marmo abbiamo potuto vedere i lavamani in pietra nera che gli Ebrei usavano per purificarsi prima delle cerimonie e i maschi hanno dovuto indossare il “Kippah” un copricapo che gli uomini usano in segno di rispetto.
Appena entrati abbiamo potuto ammirare un’ ampia sala che ha sospesi al soffitto due grandi lampadari, cinque finestre per lato (che simbolicamente fanno riferimento ai dieci comandamenti) più due sul lato di fronte alla porta (in riferimento alle 12 tribù di Israele).
Anche i gradini che portano all’ altare in cui il rabbino recita le preghiere sono cinque per salire e cinque per scendere.
La nostra guida ci ha fatto sedere sulle panche in cui si sedevano gli adulti maschi che sapevano cantellinare la Torah e ci ha detto che le donne e i bambini occupavano il piccolo loggiato che si trovava più in alto.
Successivamente l’esperto ci ha mostrato il Tabernacolo che custodisce la Torah e le tavole della legge e ha indossato il “Taled” lo scialle che gli Ebrei indossano tre volte al giorno per la preghiera.
Poi Lorenzo ci ha fatto vedere la “manina” che serve a tenere il segno leggendo le scritture, un oggetto molto utile perchè nella Torah tutte le parole sono unite senza spazi tra l’ una e l’ altra.

Prima di concludere questa visita, la nostra bravissima guida, ci ha fatto notare la “piastrella sbagliata”, inserita volutamente in modo asimmetrico nel pavimento per dimostrare che la perfezione non è dell’ uomo ma solo di Dio.

Classe quarta